Fondi comuni di investimento: i prodotti finanziari pensati anche per i piccoli risparmiatori

Investimenti a lungo termine

I fondi comuni di investimento sono degli istituti intermediari finanziari, il cui obiettivo è raccogliere il denaro dei risparmiatori per poi investirlo in asset.

Costituiscono il modo più rapido e sicuro di investire nei fondi azionari anche se non si dispone di molto soldi. Presenti dagli anni Ottanta, sono il principale strumento di risparmio gestito.

Cosa sono i fondi comuni di investimento?

I fondi comuni di investimento sono degli strumenti di investimento, istituiti con la legge n.77 del 23 marzo 1983. Oggi sono regolati dal decreto legislativo n.58 del 24 febbraio 1998.

Rientrano tra gli organismi d’investimento collettivo poiché prevedono la raccolta del denaro dei risparmiatori, che affidano i propri soldi alla SGR, Società di Gestione del Risparmio.

Le SGR fanno parte di un gruppo bancario o assicurativo, con forma giuridica di società per azioni e capitale sociale oltre 1 milione di euro. Correttezza, trasparenza e diligenza devono essere garantiti agli investitori.

L’obiettivo è chiaramente investire i capitali sul mercato immobiliare o in attività finanziarie, quali azioni, obbligazioni, titoli di stato ecc. cercando di ridurre al minimo i rischi. Vengono suddivisi in quote, ossia delle parti unitarie sottoscritte dai risparmiatori.

I fondi comuni sono dei prodotti finanziari posseduti da più partecipanti, chiamati fondisti. Infatti ogni sottoscrittore ha la possibilità di comprare una quota del patrimonio andando anche a diversificare i suoi investimenti in più mercati o aree geografiche. Così, l’investimento è sempre diversificato ed è meno probabile che si verifichino cambiamenti improvvisi, che equivalgono a perdite.

Inoltre essendo degli investimenti suddivisi tra più risparmiatori, si possono anche ammortizzare i costi, che vengono appunto distribuiti tra i vari fondisti.

Le caratteristiche dei fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento sono amministrati da esperti del settore e si caratterizzano per le seguenti peculiarità:

  • permettono agli investitori di optare per investimenti in linea con il proprio profilo finanziario;
  • danno la possibilità anche alle persone con pochi risparmi di avvicinarsi al mercato, sfruttando i piani di accumulo;
  • il risparmiatore può quindi scegliere il fondo più adatto alla propria personale situazione.

La classificazione dei fondi comuni di investimento

Prima di tutto è bene mettere in luce una distinzione che riguarda la distribuzione dei profitti, ossia:

  • fondi a distribuzione dei proventi, le plusvalenze ottenute in un dato lasso di tempo possono essere versate sul conto corrente del risparmiatore;
  • fondi ad accumulazione dei proventi, i guadagni rimangono nel fondo e vengono recuperate dal risparmiatore quando vende le quote.

Fondi chiusi e fondi aperti

I fondi comuni di investimento sono suddivisi in base a determinati aspetti, si hanno quindi:

  • fondi chiusi, danno la possibilità di sottoscrivere quote solo durante il periodo di offerta, svolta prima della fase operativa. Tali quote, di norma, possono essere rimborsate solo allo scadere del fondo;
  • fondi aperti, permettono di sottoscrivere o chiedere il rimborso di quote e si caratterizzano per la variabilità del patrimonio.

I fondi aperti si dividono in:

  • fondi armonizzati in Unione Europea, sono gestiti da società che hanno la sede legate in Italia e devono sottostare a determinati vincoli, ossia non investire più del 10% del patrimonio in strumenti finanziari di un unico emittente o in titoli non quotati in mercato regolamentati ecc.;
  • fondi non armonizzati in Unione Europea, creati grazi e al provvedimento della Banca d’Italia del 1999 e si caratterizzano per una libertà di investimento maggiore. Non sono infatti applicati vincoli o limitazioni.

Fondi armonizzati

A loro volta i fondi armonizzati possono essere di vario tipo, quali:

  • azionari: investono in azioni, sono ad alto rischio ma garantiscono guadagni notevoli;
  • obbligazionari, investono in titoli di Stato e obbligazioni, il rischio è medio;
  • bilanciati, investono in azioni e obbligazioni. Il rischio varia in base alla percentuali di azioni che ci sono in portafoglio;
  • monetari, investono in strumenti del mercato monetario a breve termine (massimo 6 mesi).

Fondi mobiliari e immobiliari

Infine un’ulteriore divisione viene fatta tra:

  • fondi mobiliari: in cui il capitale è investito in strumenti finanziari;
  • fondi immobiliari: in cui il denaro viene investito in beni immobili, diritti reali immobiliari o partecipazioni in società immobiliari.

Quali sono i vantaggi dei fondi comuni di investimento?

  • possono accedervi anche i piccoli risparmiatori;
  • gestione del proprio patrimonio da parte di investitori esperti e professionisti;
  • possibilità di diversificare e variare gli investimenti;
  • il fondo è un patrimonio giuridicamente scisso dal patrimonio della società di gestione;
  • controlli pubblici e privati piuttosto rigidi e frequenti;
  • disponibilità di informazioni per scegliere l’investimento migliore.

Quali sono gli svantaggi?

Chiaramente i fondi comuni di investimento hanno degli svantaggi, ossia:

  • non garantiscono un rendimento o l’integrità del capitale;
  • essendo molto sicuro si caratterizza per la bassa redditività;
  • la parcellizzazione degli investimenti porta ad avere dei micro investimenti;
  • non è adatto ai traders esperti e professionisti.

Come scegliere il fondo?

Prima di optare per un fondo è necessario leggere con attenzione il KIDD, Key Investor Information Document, consegnato al risparmiatore, prestando attenzione ai seguenti aspetti:

  • finalità e politica di investimento, ossia le principali attività in cui il fondo investe con specifica attenzione rispetto a una determinata area geografica o settoriale;
  • profilo di rischio-rendimento: ogni fondo è segnalato con un indicatore sintetico di rischio, da 1 a 7 (minimo-massimo rischio);
  • costi, come commissioni di sottoscrizione o rimborso, di gestione e di performance;
  • rendimenti passati negli ultimi 10 anni.

La tassazione

La tassazione applicata al prodotto finanziario ammonta a un’aliquota del 26%, che viene applicata quando i fondi sono liquidati al cliente.

Va segnalata la differente tassazione applicata ai fondi in Italia o all’estero. Questi ultimi infatti hanno un’aliquota inferiore, del 20%. 

Di conseguenza i fondi ammortizzati e quelli non ammortizzati Unione Europea hanno due differenti modalità di tassazione:

  • ai fondi ammortizzati Unione Europea la tassa viene applicata quando vengono liquidati. Non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi;
  • i fondi non ammortizzati Unione Europea, pur non avendo la tassazione, devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi.