Gli investimenti in conto capitale si configurano come strumenti finalizzati ad aiutare la crescita delle imprese, che ricevono credito tramite contributi a fondo perduto inclusi nella percentuale delle spese ammissibili.
Contributi in conto capitale: ecco cosa sapere
Gli investimenti in conto capitale possono essere quindi inquadrati come delle forme di incentivo alle imprese, ossia come agevolazioni finanziarie simili al credito d’imposta, ai bonus fiscali e alla concessione di garanzie statali.
Per quanto riguarda i riferimenti normativi in merito è necessario considerare come principale punto di riferimento il decreto legislativo n° 123 del 31 marzo 1998, che norma le procedure di intervento pubblico per il sostegno alle imprese.
Le imprese che vogliono beneficiare di investimenti in conto capitale devono presentare particolari garanzie? In generale no. Il decreto legislativo del 31 marzo 1998 parla però della necessità di presentare garanzie nei casi in cui il finanziamento prevede l’erogazione di un anticipo.
Il contributo in conto capitale, una volta formalizzato e ricevuto, viene imputato nel bilancio dell’impresa che ne ha beneficiato sulla base del principio di competenza. Bisogna collocarlo alla voce E20 e includerlo nell’ambito dei “Proventi Straordinari”.
Conto capitale: come viene erogato il contributo?
Un’impresa che diventa beneficiaria di investimenti in conto capitale deve informarsi sulle regole ad essi legate. La prima riguarda il fatto che, una volta ufficializzata la ricezione del contributo, la realtà imprenditoriale ha la possibilità di ritirare le somme presso un istituto di credito appositamente convenzionato.
Secondo quanto specificato nel testo del decreto legislativo del 31 marzo 1998, il contributo in conto capitale viene messo a disposizione della realtà imprenditoriale tenendo conto di più quote annuali, la cui entità è stabilita sulla base alla natura dell’iniziativa per la quale sono stati richiesti i benefici e tenendo conto del suo stato di avanzamento.