Conviene investire all’estero? La risposta non è scontata
L’Italia non è un paese per investitori. O almeno questa è l’impressione, a giudicare da una burocrazia troppo elefantiaca e da un carico fiscale molto pesante. Eppure, non è detto che investire all’estero rappresenti una soluzione migliore. Sono numerosi gli elementi da considerare. In linea di massima, le preoccupazioni riguardano la svalutazione. Dopotutto, il denaro, per chi vuole investire all’estero, va speso in euro. Eppure, con qualche accorgimento, è possibile far fruttare il capitale in modo veloce e moderatamente sicuro. Di seguito, una lista di consigli per investire all’estero.
- Prendere in considerazione l’investimento lordista. Il meccanismo è semplice, si impegna il proprio capitale in conti, fondi etc. di paesi a bassa tassazione e con una legislazione molto “easy”, come il Lussemburgo e la Svizzera. Sia chiaro, il prelievo fiscale è “italiano” (altrimenti sarebbe illegale) ma è anche vero che la tassazione viene differita dal momento che gli stati esteri non possono fungere da sostituti d’imposta.
Dove investire all’estero: le normative straniere
- Visitare la nazione ospitante. Investire in modo cieco, o studiando la situazione da lontano, è rischioso. Il consiglio è soggiornare per almeno tre mesi nel paese dove si intende investire, in modo da verificare la situazione economica e compiere una scelta più consapevole.
- Studiare le obbligazioni estere Rand. In genere, “emigrare” per investire in obbligazione è considerato molto rischioso per via della svalutazione, in grado di erodere quasi completamente i rendimenti. La variante “Rand”, tuttavia, pone al riparo da questo rischio.
- Studiare la legislazione. L’approccio normativo può essere molto diverso da un paese all’alto. E’ bene essere consapevoli delle differenze, in modo da evitare spiacevoli sorprese, anche qualora la situazione sembrasse nettamente più favorevole.
- Considerare il Portogallo. I paesi che vengono in mente quando si parla di investire all’estero sono i classici Lussemburgo, Svizzera e – per il settore immobiliare – la Grecia. Eppure, sempre rimanendo in Europa, c’è un alto paese che offre garanzie in questo senso: il Portogallo. La tassazione è bassa ma non bassissima, ma in compenso la normativa per la creazione di una impresa è davvero semplificata, e lo stesso si può dire delle procedure.
Investire all’estero 2016: la questione del conto deposito
Vi è infine una possibilità a cui raramente gli investitori pensano: il conto deposito all’estero. E’ davvero conveniente? L’idea è quella di sfruttare un meccanismo sicuro come quello del conto deposito, ma di godere di rendimenti nettamente più alti. A destare preoccupazioni, però, è il problema di sempre: la svalutazione.
Il consiglio, dunque, è prendere in considerazione il conto deposito all’estero ma di scegliere paesi che non hanno una inflazione alta e che non tendono alla svalutazione competitiva. Tra questi spicca la Cina, che è pur sempre un mercato emergente, ma ha una politica monetaria strettamente controllata dal Governo.