Investimenti sicuri: Come scegliere il piano di accumulo?

Noto come PAC, il piano d’accumulo di capitale, altro non è che un “modo di sottoscrivere Fondi comuni di investimento”. Gli importi in denaro vanno versati con cadenza regolare presso un OICR (“Organismo di investimento collettivo di risparmio”) per un lasso di tempo predeterminato.

Esempio di un piano d’accumulo di capitale

Si consideri un piano d’accumulo di capitale, dove si facciano 120 investimenti del valore di 250 euro ciascuno con cadenza mensile. Alla fine dei 10 anni, l’investimento complessivo corrisponderà a 30.000 euro.

Tenendo conto dei dati del 2018, sia per le famiglie italiane che per i risparmiatori è il piano d’accumulo tra le opzioni più favorevoli per ciò che concerne gli investimenti. Il motivo? Grazie a dei versamenti di tipo periodico, in genere mensili, si ha la possibilità di veder fruttare, seppur gradatamente, quanto investito. In molti optano per questa possibilità di investimento nel lungo periodo.

Quali sono i vantaggi di un piano d’accumulo?

Sono sostanzialmente tre:

Il primo è che trattasi di una forma di investimento che incentiva il risparmio continuativo. Ergo, attraverso un contributo periodico, magari mensile, il risparmio è assicurato. Occorre solo imporsi una regola in base alle proprie disponibilità economiche, senza però inficiare negativamente sulle proprie finanze e, conseguentemente, sul proprio stile di vita. Dopodiché la generazione dell’accantonamento progressivo del risparmio verrà effettuata in maniera periodica.

Il secondo è che un investimento mediante piano di accumulo permette la copertura dei rischi del proprio investimento. Per chi si pone un obiettivo di natura finanziaria di lungo periodo, procedere con l’investimento in varie fasi risulta assai vantaggioso, in quanto minimizza tutti quei rischi connessi alle varie fasi del processo economico. Sarà di fatto possibile incrementare le opportunità di sfruttare appieno i trend sui mercati azionari e andare incontro ad una crescita a lungo termine anche perché il costo degli strumenti acquistati si livellerà sulla media.

Infine, terzo aspetto positivo è che anche chi dalla sua non può contare su una certa quota da investire, può comunque farlo, vista la flessibilità dei piani di accumulo. Ciò vuol dire che partendo quote mensili irrisorie è possibile investire senza il minimo intoppo.

Strutturazione di un piano d’accumulo di capitale

Premettendo che per ovvi motivi la reale entità degli importi in denaro da versare sono direttamente proporzionali alle proprie entrate e strettamente dipendenti dalle spese in orso e dagli obiettivi, un investitore può optare anche per versamenti che arrivano fino al 30% del reddito. Tuttavia, in linea di massima, si richiedono 3, 6 o tutt’al più 12 singoli versamenti.

Durata del piano d’accumulo di capitale

Non c’è una soglia di tempo precisa per inquadrare questa modalità di risparmio. Tuttavia, affinché l’investimento sia fruttifero, sono in molti a concordare che il tempo ideale è a medio termine: 6 – 7 anni.

Come orientarsi nel mare magnum dei piani di accumulo?

Precisando che di piani di accumulo ne esistono svariati sul mercato, la ricerca dell’investimento ideale, più in linea con le proprie esigenze, va fatto tenendo conto dei costi. E’ questa, infatti, la componente nel lungo periodo che fa la differenza. Nel settore del risparmio gestito, il risparmiatore di turno, a volte ignaro, non sempre si accorge dell’ammontare delle commissioni che applicano i vari intermediari. Anche se sono pochi euro, gli istituti bancari e le società di gestione in genere applicano quelli che vengono classificati come costi di transazione. Il fattore da valutare, però, è che trattandosi di un esborso continuativo, ripetuto nel corso di ogni singolo versamento mensile, a lungo andare, incide e non poco in termini economici.

Conclusioni

Per chi intende risparmiare, il piano di accumulo è sempre un’ottima soluzione. Tocca al diretto interessato, però, scegliere la strategia più efficace. Al fine di non veder compromessi i risultati del proprio investimento, urge verificare il peso specifico delle commissioni in ogni piano di accumulo e, a seguito di un’approfondita valutazione, procedere verso la scelta della soluzione maggiormente vantaggiosa per le proprie casse.

In seguito, la costituzione di un’asset allocation che offra la possibilità di centrare i fini personali entro intervalli di tempo ben definiti e con soglie di rischio ridotte è il passaggio successivo da tenere in considerazione al momento della sottoscrizione di un piano di accumulo. Sotto questo aspetto, la consulenza di un addetto ai lavori si rivela utilissima.