Obbligazioni subordinate rischi e tipologie

Obbligazioni subordinate

Obbligazioni subordinate rischi: quali sono

Compiere l’investimento più sicuro con il massimo rendimento è lo scenario ideale per il risparmiatore. Spesso però le due variabili hanno un andamento inversamente proporzionale: al crescere dell’una è contrapposto il ridursi dell’altra. Un buon compromesso è costituito dalle obbligazioni subordinate, ma che caratteristiche hanno questi prodotti finanziari e a quali rischi espongono il cliente?

Anzitutto dobbiamo chiarire cosa intendiamo per “obbligazioni subordinate”: sono titoli rimborsati, nell’eventualità di liquidazione o fallimento del soggetto erogatore, in un secondo tempo rispetto alla restituzione riservata ai cosiddetti creditori ordinari.

Date queste caratteristiche, le obbligazioni subordinate presentano maggiori rischi se confrontate con quelle ordinarie. Ciò assicura però un rendimento più elevato.

Vi sono diverse tipologie di obbligazioni subordinate, che si differenziano per il livello di rischio. In generale rappresentano una soluzione da impiegare al posto del collocamento di azioni.

Obbligazioni subordinate Tier 2 e le altre tipologie

Veniamo quindi alle tipologie di obbligazioni subordinate:

  • Obbligazioni Tier I: nell’eventualità di liquidazione forniscono ai titolari una condizione di priorità rispetto a quanti dispongono di azioni ordinarie e di risparmio. Risultano comunque in uno stato di subordinazione se confrontate con gli altri crediti. Sono il prodotto, nell’ambito delle obbligazioni subordinate, con il maggior livello di rischio (può verificarsi la cancellazione della cedola).
  • Obbligazioni Upper Tier II: prevedono un tasso di rischio più basso rispetto alle Tier I. È applicata una durata minima di dieci anni. Qualora si determinino tendenze negative, non è contemplata la cancellazione delle cedole. Queste possono comunque essere sospese e saranno pagate a seguito del primo anno di utile. Le Upper Tier II hanno un carattere di priorità se confrate con le azioni e le Tier I.
  • Obbligazioni Lower Tier II: è applicata una durata solitamente pari a dieci anni (durata minima 5 anni). Tra i vantaggi abbiamo il blocco delle cedole esclusivamente nell’eventualità in cui si verifichi un grave caso di insolvenza. Si può determinare il rimborso anticipato, ma solo per volontà dell’ente che ha prodotto l’emissione del titolo, e a condizione che la Banca d’Italia conceda l’autorizzazione.
  • Obbligazioni Tier III: offrono le maggiori tutele per il cliente, proprio come accade per le Lower Tier II. Prevedono una durata piuttosto contenuta, corrispondente, solitamente a un periodo compreso tra i due e quattro anni. Il rendimento è simile a quello delle lower Tier II.

Oltre a considerare il livello di rischio delle obbligazioni subordinate in relazione alla tipologia, deve essere valutato con attenzione l’ente emittente. Queste due variabili interagiscono tra loro e portano alla definizione del rischio globale del prodotto.