Dove investire nel 2016: i trend da tenere d’occhio
Investire è sempre più difficile. Il motivo di ciò va rintracciato, da un lato, nella crescente interferenza delle autorità (es. le banche centrali) e, dall’altro, in una interdipendenza globale che ormai è diventato un fattore di imprevedibilità. Eppure rispondere alla domanda dove investire nel 2016 non è molto difficile: alcuni trend si sono consolidati e forniscono, quindi, una chiave di lettura per muoversi in un mercato sempre più caotico.
Il trend più importante riguarda il petrolio. L’oro nero si manterrà su livelli bassi per molto tempo e, anzi, esistono ancora spazi per un ulteriore crollo dei prezzi. La situazione non cambierà per molto tempo, anche perché l’Opec ha dimostrato di non voler intervenire e “l’effetto Iran” non è ancora stato scontato dal mercato.
Un altro trend riguarda i mercati emergenti. I paesi BRICS, a cui si aggiunge la Turchia e gli altri paesi del Sud America, hanno contrastato bene la crisi internazionale ma oggi vivono un momento di grande crisi la quale, essendo queste economie votate all’export di materie prime, sta rivelando già da ora il suo carattere destabilizzante.
Infine, va posta molta attenzione alle dinamiche nell’Eurozona. La ripresa è più lenta del previsto. Niente di destabilizzante, se non fosse per l’attivismo di Mario Draghi, che minaccia una implementazione del Quantitative Easing e una politica monetaria (e forse addirittura fiscale, seppur in modo indiretto) molto espansiva.
Dove investire nel 2016: azionario, obbligazionario, commodity
Dove investire nel 2016: il mercato azionario. Per quanto riguarda il mercato azionario, il punto di riferimento è il petrolio. Vanno evitate le azioni delle compagnie petrolifere. Vanno invece premiate le aziende del settore automotive. Come dimostrano le ultime performance di FCA, la case automobilistiche si avvantaggiano grandemente del calo del petrolio.
Sul fronte obbligazionario, va fatto lo stesso ragionamento. E’ bene evitare le obbligazioni emesse da quelle società che, in un modo o nell’altro, soffrono del trend ribassista dell’oro nero.
Se si sposta l’attenzione sui bond, quindi sui titoli di Stato, i margini di manovra sono ancora più ridotti. In Europa, i rendimenti sono bassi. Altrove, ai rendimenti alti corrisponde un profilo di rischio eccessivo, non sostenuto da una banca centrale o da una governance in grado di fornire garanzie.
Dove investire nel 2016: commodity. Il discorso sulle commodity è molto facile. In un periodo nel quale il petrolio è in forte crisi, non rimane che rifugiarsi nell’oro.
Certo, le quotazioni sono in calo ma minacciano un trend rialzista, almeno rispetto il dollaro, dal momento che quest’ultimo si appresta a subire le influenze di una politica monetaria americana che, seppur priva di Quantitative Easing, potrebbe ritornare molto accomodante.
Sicuramente però i livelli realmente bassi dell’inflazione in Europa hanno fatto sì che molti dei risparmiatori italiani accettassero il rischio di possibili investimenti piuttosto che depositare semplicemente i propri capitali su un conto bancario.
Diventa quindi possibile riuscire ad ottenere un guadagno economico dai propri risparmi ma risulta indispensabile però riuscire a scegliere l’investimento giusto. Nonostante l’oro sia uno degli investimenti più affidabili degli ultimi tempi, cercare di contenere il rischio diventa fondamentale, una valida tecnica è diversificare i propri investimenti.
Dove investire nel 2016 senza rischi
Il maggiore guadagno però risulta un valore proporzionale al rischio, sicuramente al crescere di questa variabile il risparmiatore ha l’opportunità di conseguire una maggiore resa economica. Ecco perché l’adrenalina del rischio resta comunque un fattore in agguato per ogni tipologia di investimento.
Una delle caratteristiche rilevanti del nuovo millennio è proprio l’aumento del prezzo delle materie prime e diversi sono i fattori che hanno contribuito a questa crescita esponenziale. Tra questi troviamo la limitata offerta, il lungo periodo di forte crescita globale e un sostanziale aumento della domanda di mercati emergenti.
Gli investimenti nelle materie prime rappresentano una importante innovazione nel mondo del mercato degli investimenti finanziari, e sicuramente le parole d’ordine sono rendimento economico, diversificazione e decorrelazione.
Dove investire per guadagnare
Una caratteristica vincente degli investimenti in materie prime è che il loro andamento non dipende necessariamente dall’andamento dei mercati azionari come accade per le azioni e le obbligazioni, questo fattore è fondamentale in quanto permette di ridurre il rischio complessivo di un portafoglio, usufruendo anche di qualche commodity.
Ulteriore caratteristica a favore degli investimenti in materie prime è data dall’elevata volatilità degli andamenti dei prezzi, ciò significa che in un periodo breve è possibile per l’investitore raggiungere un rendimento abbastanza corposo, tanto quanto però una perdita corposa.
Le sue caratteristiche rendono questa forma di investimento particolarmente appetibile per molti investitori italiani che da diverso tempo orami hanno deciso di investire nelle materie prime. Ciononostante il rischio di una possibile perdita resta chiaramente in agguato anche scegliendo questa soluzione di investimento.
Diventa quindi fondamentale prima di effettuare un investimento sulle materie prime conoscere ciò che si compra, documentandosi anche su ogni meccanismo di domanda e offerta che regola l’andamento del prezzo di una commodity.
A differenza degli investimenti in azioni o obbligazioni che generano dividendi e cedole, l’unica fonte di possibile guadagno per gli investimenti nelle materie prime viene generato esclusivamente dalla vendita.
Sicuramente gli investimenti legati alle materie prime possono essere una tipologia di investimento emergente. Meglio quindi affidarsi a strumenti gestiti da professionisti prestando attenzione alla diversificazione per effettuare investimenti sicuri, diffidando, in linea di massima, da chi promette facili e soprattutto veloci guadagni.