Investimenti patrimoniali caratteristici e accessori: a cosa servono
Cosa sono gli investimenti accessori? Gli investimenti di natura patrimoniale di una impresa, di un ente o di una società possono essere caratteristici e accessori. I primi indicano quegli investimenti che vengono realizzati per sostenere o migliorare il processo produttivo, e che in un certo senso sono essenziali per la sopravvivenza stessa dell’impresa.
A questo punto è facile capire gli investimenti accessori cosa sono: tutto ciò che viene impegnato a fini di profitto, ma non riguarda “l’oggetto” dell’impresa.
Le attività che possono essere chiamate in causa sono numerose. Gli investimenti accessori possono essere divisi in tre categorie: durevoli, temporanei e finalizzati alla riduzione del rischio/aumento del rendimento.
Investimenti accessori durevoli, temporanei e finalizzati
I primi coinvolgono le grandi e piccole operazioni di acquisto di quote di capitale, integrazioni industriali e finanziarie. I secondi comprendono l’impiego delle disponibilità monetarie in eccesso in investimenti a breve termine. I terzi invece sono più articolati e si dividono a loro volta i tre categorie.
Le operazioni di prestito attivo, che sono erogati ad altre realtà produttive e possono a lungo termine o indiretti.
Le operazioni in titoli a reddito fisso. Di questa categoria fanno parte i titoli di Stato, la maggior parte delle tipologie di obbligazioni (emessi dal pubblico e dal privato). La remunerazione è periodica e predeterminata.
Molto banalmente, vengono rilasciate delle cedole. Le modalità di negoziazione possono essere a corso secco, in cui la quotazione corrisponde al valore del titolo; a corso “tel quel”, in cui la quotazione comprende anche gli interessi maturati dall’ultimo giorno di godimento; a corso ex cedola, nel caso in cui non ci fossero cedole in via di sviluppo.
Le operazioni in titoli a reddito variabile. A questa categoria appartengono invece quegli investimento che non danno certezza circa il rendimento e che, anzi, potrebbero persino risultare negativi e concretizzare delle perdite. Il classico esempio di operazione in titolo a reddito variabile sono le azioni, che tra le altre cose rappresentano un investimento temporaneo.
Investimenti patrimoniali accessori: alcuni esempi
La modalità di negoziazione tel quel può risultare complicata, quindi è bene procedere con un esempio. Poniamo un valore nominale di 100 euro, un corso secco di 86 euro, un tasso di interesse lordo del 5% e una data di godimento degli interessi al 1° febbraio e al 1° agosto. Ebbene, gli interessi maturati all’ultimo giorno di godimento sarebbero di 1,25 euro, per un importo erogato al venditore di 87,25 euro.
Se non è prevista la cedola, invece, il calcolo è più semplice. Ammettiamo un valore nominale di 100 euro e un valore di sottoscrizione di 88 euro, per la durata di un anno, con un tasso di interesse lordo del 5%. In questo caso l’importo riscosso alla scadenza sarà di 100 euro (88+12).