Sentiamo sempre parlare dei Prestiti Subprime come protagonisti assoluti della crisi finanziaria e in effetti è il nocciolo della questione economica mondiale attuale. Vediamo di cosa si tratta e sviluppiamo qualche tool che ci permetta di capire la realtà del mondo degli investimenti.
Cominciamo parlando dei cosiddetti Prime Rate, il cui nome è traducibile come “tasso primario” ed è il tasso di interesse di massimo favore usato dagli istituti di credito statunitensi ai loro più importanti clienti. In Italia il Prime Rate è indicato su base nazionale dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi), in seguito al venir meno dei vincoli dell’accordo interbancario. In precedenza i tassi attivi minimi erano fissati in termini di punti percentuali di maggiorazione rispetto al tasso ufficiale di sconto.
In pratica, si possono distinguere tre livelli di prime rate: il prime rate propriamente detto, cioè il tasso di interesse sui crediti in bianco utilizzabili in conto corrente; il tasso per le operazioni di sconto di portafoglio commerciale; il tasso per gli anticipi alle esportazioni. Non è raro che alla clientela più selezionata e affidabile sia riconosciuto un tasso anche inferiore al prime rate.
I subprime invece, tendono ad avere un interesse molto più alto del Prime Rate o dei prestiti tradizionali.
La percentuale addizionale di punti di interesse spesso significa per i consumatori “non prime” pagare molti più soldi nel medio e lungo termine. Questo perché le banche sanno in anticipo che molti di questi consumatori non restituiranno il prestito ma preferiscono rischiare la non restituzione perché coloro i quali invece faranno onore al proprio debito pagheranno un interesse salatissimo, cosi alto da coprire le perdite sui crediti inesigibili.
C’è chi vede anche un’ulteriore malizia in questo comportamento delle banche, che vedendo salire i tassi nonché i valori degli immobili, essi avrebbero puntato a sottrarre gli immobili in un secondo momento ai mutuari. Senonché l’imprevedibile mercato immobiliare USA ha visto improvvisamente scendere i valori delle case, con conseguente disastro per le banche che avevano finanziato gli acquisti e impossibilitati a rientrare del proprio credito attraverso la vendita.
Come ha fatto questo perverso meccanismo ad arrivare in Italia? Nei mercati finanziari tutto o quasi può diventar titolo di borsa, cosi anche i crediti subprime sono stati venduti al mercato come obbligazioni garantite da crediti in tutto il mondo!
Le banche del globo fecero man bassa di questo tipo di titoli perché ritenuto un investimento abbastanza sicuro e invece i pessimi clienti delle banche americane, non pagando i propri debiti, hanno messo in ginocchio l’economia globale!