Tassazione Capital Gain: trattamento fiscale dell’investimento per il 2019

Investimenti a lungo termine

Con il termine capital gain (guadagno in conto capitale o utile di capitale) si indica la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto di uno strumento finanziario. Solitamente viene associato al mondo dei titoli azionari, ma in realtà lo si può realizzare anche con altri strumenti finanziari, quali:

  • partecipazioni in società ed enti residenti e non residenti;
  • distribuzione eventuale di dividendi;
  • valute;
  • obbligazioni e i titoli di Stato ecc.

E’ una vera e propria forma di investimento di un titolo. Tuttavia, il capital gain è solo una parte del rendimento del titolo, poiché il guadagno è costituito anche da dividendi e interessi.

Capital gain: che cos’è

Il guadagno in conto capitale si realizza solo se si verifica una plusvalenza per l’investitore dello strumento finanziario. Facciamo un esempio: se si ha un titolo a 10€ e il suo prezzo di vendita è 20€, questo farà si che si verifichi una plusvalenza e, di conseguenza, un capital gain, di 10€.

Tuttavia, anche se si verifica una perdita, quindi il titolo acquistato a 15€ viene venduto a 5€, ci sarà un danno di 10€. Anche in questo caso si parla di capital gain.

Attenzione che, per poter parlare di guadagno in conto capitale è necessario che l’acquisto e la vendita dei titoli avvengano a titolo oneroso. Quindi le vendite di titoli acquisiti fatte tramite donazioni o eredità non contano.

Il capital gain può essere quantificato in due modi:

  • calcolo del rendimento assoluto tramite la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto dello strumento finanziario;
  • calcolo del rendimento percentuale, rapportando il rendimento assoluto al prezzo di acquisto.

 

Tassazione Capital gain: qual è il trattamento fiscale?

Tutti gli interessi maturati dalla maggior parte degli investimenti sono soggetti a una tassazione statale che varia in base al tipo di investimento. Ad esempio i titoli di Stato e i BFP avranno una tassa inferiore poiché i rendimenti sono bassi, mentre conti deposito, ETF, forex ecc. avranno una tassa maggiore poiché permettono di guadagnare di più.

Il trattamento fiscale e la conseguente tassazione del capital gain in Italia varia in base al soggetto che realizza il guadagno in conto capitale, tuttavia, nella maggior parte dei casi, ammonta al 26%, percentuale introdotta dal Governo Renzi dal 1° luglio 2014.

Il capital gain rientra nella categoria reddituale:

  • dei redditi diversi, ossia quei redditi prodotti dalle persone fisiche che si trovano nella situazione prevista dall’articolo 67 lett. c e c-quinquies del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi;
  • dei redditi d’impresa per le aziende individuali e societarie. Le norme sul bilancio di esercizio impongono la rilevazione dei capital gain ovvero delle plusvalenze conseguite nell’ambito dell’attività imprenditoriale svolta.

Capital gain: dichiarazione dei redditi e versamenti

Chi realizza un capital gain deve prestare attenzione al regime fiscale scelto al momento dell’acquisto dello strumento finanziario:

  • se si è scelto il regime dichiarativo, l’investitore riceve il capital gain al lordo delle imposte. Di conseguenza dovrà calcolare e versare in autonomia le imposte in base alle scadenze previste per la dichiarazione dei redditi;
  • se l’investitore ha optato per il regime del risparmio amministrato, allora sarà l’intermediario finanziario a calcolare la ritenuta d’acconto alla fonte.